Pay attention – Presta attenzione

 

“Vivi nel presente,
lanciati in ogni onda,
trova la tua eternità
in ogni momento.”

(Henry David Thoreau)

Bentornati alle pillole di saggezza dell’improvvisazione di Patricia Ryan Madson. Oggi parliamo di “Pay attention”, presta attenzione, sii presente.

L’attenzione piena, che possiamo anche definire “consapevolezza”, è la capacità di concentrarsi tanto sul mondo esterno come sul nostro universo interiore, è la capacità di essere pienamente presenti e focalizzati nel qui e ora. All’apparenza si tratta di un concetto molto semplice, ma in realtà è un’abilità difficile da sviluppare, poiché la nostra mente è in grado di prestare attenzione solo fino ad un certo punto.

Il nostro mondo corre sempre più veloce e convulso e noi corriamo con esso, cercando di adattarci. E per di più in questa frenetica corsa siamo continuamente disturbati dalle distrazioni, che ci fanno dimenticare di goderci la vita. Quando cerchiamo di soddisfare ogni nuovo stimolo che si presenta, perdiamo la concentrazione e, soprattutto, non riusciamo ad apprezzare i dettagli.

In questo modo, smettiamo di gustarci la vita, perdiamo la direzione e ci allontaniamo sempre di più dalla felicità. L’incapacità di stare nel qui e ora, sviluppando la consapevolezza, è anche una delle cause di molti problemi psicologici: non è sorprendente che problemi come depressione e ansia siano sempre più frequenti.

Inoltre, la mancanza d’attenzione e concentrazione non solo danneggia le nostre prestazioni e influenza il nostro benessere psicologico, ma ci impedisce anche di entrare in sintonia con le persone. Quando siamo troppo occupati in altre cose e siamo “distratti” nella gestione delle nostre relazioni interpersonali, queste si deteriorano e diventano superficiali.

Ecco allora qualche piccolo consiglio pratico per imparare a sviluppare l’attenzione.

  1. Fai una pausa per restare solo con te stesso, staccandoti dagli stimoli esterni.
  2. Suddividi le attività. Mediamente le persone possono mantenere la loro attenzione focalizzata in una attività per circa 20 minuti. Trova il “tuo” tempo e immediatamente dopo fai una pausa. Così puoi pianificare piccoli passi e registrare i progressi fatti.
  3. Evita il multitasking. Anche se riesci a fare due cose alla volta e ti sembra così di essere più efficiente, in realtà ti sottoponi ad un eccessivo sforzo e tensione, ed è scientificamente dimostrato che i risultati migliori si ottengono impegnandoci in una attività alla volta.
  4. Impara a gestire le interruzioni. Quando si presentano imprevisti “mangiatempo”, esercitati a domandarti qual’è la priorità “vera” e “per chi” lo è, prima di farti interrompere. E prova a dire qualche no, quando è possibile: ricorda che il tempo è una tua risorsa, non fartene derubare!
  5. Cerca di selezionare le distrazioni. La nostra mente tiene traccia di tutto ciò che accade intorno a noi, ma noi possiamo fare in modo che non tutti gli stimoli si trasformino in distrazioni. Ad esempio, un rumore può richiamare la tua attenzione ma tu puoi scegliere se farti disturbare da esso oppure no.
  6. Crea l’ambiente più idoneo. Identifica la situazione che ti aiuta a migliorare la concentrazione: silenzio, musica di sottofondo, suoni di natura, e quando possibile cerca di lavorare in questa condizione.
  7. Respira. La respirazione ci aiuta a prendere coscienza del nostro corpo, a sincronizzarne tutte le funzioni e a potenziare l’attenzione piena. Quando non riesci a trovare la giusta concentrazione, prenditi alcuni minuti e inizia a respirare.
  8. Immergiti nella natura. Una passeggiata in un ambiente naturale può migliorare la nostra memoria e l’attenzione. Fai una passeggiata lasciando a casa il cellulare, mantenendo lo sguardo curioso e stupito di un bambino, prestando attenzione a suoni e dettagli.
  9. Stai nel flusso. Quando vuoi dedicarti ad un’attività, l’ideale sarebbe incontrare lo stato di “flow”, il flusso in cui ci si immerge completamente nell’esperienza e ci si scollega dalle distrazioni esterne. E’ più facile che accada quando facciamo qualcosa che ci piace molto e ci fa crescere.
  10. Goditi il qui e ora, compiendo ogni gesto con pienezza e ricorrendo a tutti i sensi. È un’abilità che avevamo da bambini, ma che crescendo abbiamo perso. Puoi mangiare una mela guardando la TV o chiacchierando con un amico o lavorando al computer, oppure puoi decidere di fermarti, guardarla, annusarlo, sentire il suono quando la addenti, assaporarla lentamente: l’esperienza che ne farai sarà completamente diversa.

Vivi dunque ogni esperienza come fosse la prima volta, l’unica, l’ultima: non lasciare che il “pilota automatico” ti sottragga la meraviglia di ogni istante.

BG

Be average – Stai nella tua normalità

“Ho voluto la perfezione
e ho rovinato quello che andava bene.”  
(Claude Monet)

Diamo il benvenuto al nuovo anno con la quarta delle pillole di saggezza dell’improvvisazione proposte da Patricia Ryan Madson: “Be average”, ovvero stai nel mezzo, sii “normale”.

Essere adeguati, nella media, è per i più indesiderabile? Siamo assetati di perfezionismo? Calati in una società che ci indica la perfezione come un valore da raggiungere, oggi una buona maggioranza delle persone vive il bisogno di perfezione come una sorta di ossessione. Eppure, le esperienze della comunità degli psicologi dimostrano che la ricerca della perfezione è una delle più frequenti cause che minano la felicità e la produttività degli individui.

Portato all’estremo, il perfezionismo piò diventare addirittura un disturbo o quantomeno generare l’effetto opposto, ovvero di portarci a fallire in pieno i nostri obiettivi per l’eccesso di affinamenti, limature, revisioni, ripensamenti… Insomma, si rischia di rallentare, rimandare, non decidere mai, non raggiungere lo scopo desiderato. Eppure la parola “perfetto” deriva dal participio latino del verbo “perficio”, ovvero fare completamente, portare a compimento, finire. Dunque, eccoci caduti in un lampante paradosso!

Questa ansia per la perfezione affonda le sue radici nella paura, nell’idea che se non facciamo le cose perfettamente accadrà qualcosa di terribile, magari il nostro fallimento comporterà una punizione o non saremo riconosciuti per il nostro valore, non saremo all’altezza delle aspettative altrui su di noi: in sostanza, non saremo apprezzati e amati a sufficienza. Spesso i perfezionisti non ne sono consapevoli, e questa ansia finisce con il diventare il carburante che li mette in moto e li fa lavorare continuamente e andare in cerca di infiniti affinamenti del loro lavoro. Dunque essere “normali”, stare nella media, è percepita come una condizione svilente, di disagio, di mancanza, e pertanto inaccettabile: ecco perché i perfezionisti non provano mai a calarsi in quella situazione, perdendo così l’opportunità di percepirne il valore.

“Dietro la porta della ‘medietà’ c’è un giardino incantato”, dice lo psichiatra e docente a Stanford David Burns (citato nell’articolo di Greg McKeown su Harvard Business Review https://hbr.org/2013/10/today-just-be-average): ma la maggior parte delle volte non riusciamo neanche ad aprirla quella porta per andare a guardare dove si affaccia. Accettare l’imperfezione, lasciare andare, accettare di iniziare…e di sbagliare: ecco tre piccoli segreti per la serenità. Solo quando capisci che non è necessario essere speciali, allora la vita diventa speciale.

Buona imperfezione a tutti!

BG

Start anywhere – inizia dovunque ti trovi

L’unica gioia al mondo è cominciare.
E’ bello vivere perché vivere è cominciare, sempre ad ogni istante.
(Cesare Pavese)

Benvenuti alla terza delle pillole di saggezza dell’improvvisazione proposti da Patricia Ryan Madson: “Start anywhere”, ovvero “Comincia dovunque ti trovi”.

Ogni istante può essere un inizio: sta a noi saperlo sentire, intuire e cogliere. E’ quel senso dell’occasione, di “tempismo” teatrale che non è solo un talento naturale, ma si può sviluppare. E’ la capacità di percepire ogni momento come il “kairòs” degli antichi Greci, e di reagire in modo rapido e pronto: ovunque tu sia, quello è il momento di agire, non ce ne sono dati altri.

Le chiavi per imparare questa attitudine sono 3. Il primo è la consapevolezza di sé e dell’ambiente che ci sta intorno: sentire prima di tutto ciò che siamo e che vogliamo, ma anche osservare la realtà in una visione più ampia, che integri punti di vista e stimoli che vengono dagli altri e dal contesto. Il secondo è accrescere la fiducia in sé, non giudicarsi, smettere di sentirsi inadeguati e credere profondamente nel significato e nell’efficacia delle nostre azioni. Il terzo è sapersi far carico, responsabilizzarsi, prendere l’iniziativa senza disperdersi in un continuo rimandare, in analisi di troppo dettaglio o nell’attesa che altri facciano il primo passo.

Lamenti, rimpianti, rimorsi, giustificazioni, pregiudizi non fanno altro che appesantirci l’anima e ci rendono incapaci di stare sintonizzati con il presente. Sviluppare l’intuizione e la capacità di cogliere il momento ci aiuta a rinnovarci continuamente e a stare nel cambiamento senza farci travolgere dal male di vivere. Potete trovare ulteriori approfondimenti nell’articolo di RIZA https://www.riza.it/psicologia/l-aiuto-pratico/4779/tempismo-l-arte-di-cogliere-le-occasioni.html .

Vi auguro di cuore che possiate vivere questo Natale diverso da tutti gli altri come un momento unico di cui cogliere il valore ed il “vostro” senso. Auguri!

BG

Singfulness live streaming – RELAX and FEEL your voice

Un nuovo appuntamento con Singfulness nella formula Relax and Feel you voice, nell’ambito di “OasiStudio online – pillole di benessere” che andrà in onda a partire da martedì 15 dicembre alle 21,30 per otto settimane.
Una bellissima esperienza di rilassamento e ascolto del proprio corpo ed in particolare del proprio strumento vocale, attraverso un ciclo di pratiche guidate, finalizzate allo sviluppo della propriocezione e all’ascolto delle vibrazioni sonore prodotte dalla propria voce. Per chi desidera esplorare la propria voce dall’interno e conoscerla meglio, sperimentandone le capacità di generare un profondo relax.

La voce è il suono del nostro respiro, il nostro strumento interiore, il nostro corpo sonoro, che racconta ogni sfumatura delle nostre emozioni. La nostra voce rivela se siamo tranquilli, arrabbiati, impauriti, felici, malinconici, anche se le nostre parole dicono cose diverse. La nostra laringe si chiude e “ci manca la voce” quando siamo agitati, ansiosi o spaventati. E invece cantiamo “a squarciagola” quando siamo contenti…

Attraverso l’uso consapevole del respiro e della voce in forma di canto, possiamo dunque agire per ridurre lo stress e favorire il rilassamento. Possiamo riappropriarci del momento presente, del qui ed ora, attraverso l’ascolto di noi stessi e del nostro respiro e riportarci ad uno stato di benessere attraverso l’espressione del nostro suono naturale. Possiamo scoprire che la nostra voce è sia veicolo per “lasciar andare” e “lasciarsi andare”, ma è anche uno strumento creativo di armonici e risonanze, che ci permettono di immergerci in vibrazioni benefiche e salutari.

Le pratiche di Singfulness sono accessibili a tutti, non richiedono competenze musicali, ma solo la disponibilità ad usare la voce come canale di esplorazione di sé e degli altri. Sono pensate soprattutto per essere eseguite in gruppo e nel gruppo esprimono tutta la loro potenzialità. Tuttavia, anche in una pratica personale individuale portano beneficio in termini di consapevolezza e riequilibrio.

8 appuntamenti da 45 minuti a cadenza settimanale con Roberto Demo e Barbara Gherra in diretta su Zoom.

Per ricevere il link, scrivete  a   info@singfulness.net

Oppure iscrivetevi alle “Pillole di Benessere” su www.oasistorino.it

Il link verrà inviato alle 21.20 circa.
Dopo le 21.30 non sarà più consentito l’accesso.

Vi aspettiamo!

Just show up – Vai in scena

Prosegue il nostro viaggio nelle lezioni di “Improv Wisdom” di Patricia Ryan Madson. Oggi parliamo del terzo principio: “Just show up”, ovvero “vai in scena, sii presente, fai ciò che senti”.
Vi propongo su questo tema la lettura di un articolo di Lorenzo Paoli, noto coach, formatore esperto di comportamento e di “Habit Coaching”:
Smetti di pianificare e inizia ad agire: sei quello che fai, non quello che hai intenzione di fare.

Nella vita non ci si prepara mai a sufficienza, nessuna pianificazione sarà mai così perfetta da consentirci un’azione senza rischi. Dunque, occorre iniziare, creare l’incipit, andare in scena e confrontarsi con la realtà. Così azioniamo le nostre energie, siamo vivi!
E permettiamoci di sbagliare, di interpretare l’errore come momento di crescita: ripartire non è mai un ricominciare da zero, ma sempre arricchiti di esperienza, di apprendimento, di integrazione di nuovi punti di vista.

Il nostro inizio deve però essere orientato, fondato su una visione di dove vogliamo arrivare e soprattutto di chi vogliamo essere: fidiamoci del nostro sentire, diamo spazio a chi siamo veramente. Non pensiamo al nostro agire come ad una sequenza di micro-progetti a tempo determinato, ma come ad un flusso, un viaggio in cui ogni momento è unico e irripetibile, da affrontare con lo sguardo del principiante per apprezzarlo in tutta la sua ricchezza di colori.

Cerchiamo di raccontarci le storie giuste, di trovare dei “perché” positivi: sostituiamo i “non lo posso fare perché…” con “lo voglio fare perché…”. E poiché non ci sarà mai tempo per fare tutto, scegliamo con cura ciò che vogliamo, in modo da dedicarci con attenzione, focalizzazione, presenza.

BG

Se la tua voce è allegra, anche tu lo diventi

In questo periodo di isolamento forzato la preoccupazione per quanto stavamo vivendo ci ha spesso buttato addosso un sentimento di tristezza se non addirittura di depressione. Mi sono chiesto più volte quali strumenti usare per far fronte a periodi così difficili e cercando in rete mi sono imbattuto in questo articolo che parla di una ricerca molto interessante … “lupus in fabula”.

In un esperimento, modificare la tonalità della voce è servito anche a far cambiare l’umore delle persone. Una scoperta che apre scenari bizzarri ma interessanti per intervenire su disturbi come la depressione. Per chi è interessato ad approfondire non rimane che cliccare qui.

Come dice il famoso monaco buddhista Thich Nhat Hahn: “A volte la tua gioia è la fonte del tuo sorriso, ma a volte il tuo sorriso può essere la fonte della tua gioia“.

RD